10 domande per trovare il tuo purpose

Qual è il nostro scopo?

Indaghiamo su noi stessi continuamente, partendo da una riflessione interna e lanciandoci in un continuo confronto che ci accompagna nell’età adulta, che forse è sempre esistito ma che ricompare quando proviamo per la prima volta un vero senso di indipendenza.

Cosa (o chi) mi sta guidando in quello che sono?

Facendosi le giuste domande si possono tradurre efficacemente una lunga serie di dialoghi interiori che non ci abbandonano davvero mai.


Come funziona?

Ci sono 10 domande a cui rispondere, alcune si ripetono ma tu non preoccuparti, fidati. Ti consiglio di utilizzare un quaderno e una penna, allontanandoti per un attimo dal computer o dal telefono.

Io ho fatto questo breve questionario il 3 Maggio del 2021, ripetendolo il 30 Maggio del 2022, rileggendo solo al termine le risposte date più di dodici mesi fa.

Perchè rispondere?

Perchè lavoro e vita privata si contendono le nostre giornate e qualche volta capita di essere frustrati sentendosi in balia di compiti e progetti che non ci rappresentano; viene da chiedersi, cosa mi renderebbe davvero felice?

Questo esercizio va ripetuto una volta l’anno, per essere sicuri di essere cresciuti o per lo meno cambiati.

Ti ho inserito le mie risposte, non devi leggerle per forza, se invece sei qui solo per curiosità o sei in cerca di ispirazione, dai un’occhiata ad entrambe le date per capire quanto si può cambiare in un solo anno.


 

Rispondi e trova il tuo purpose

1

Qual è il tuo ritorno personale nel fare quello che fai nel tuo lavoro e nelle tue occupazioni personali?

  • Il mio ritorno personale nel lavoro è la soddisfazione di fare qualcosa che mi piace e che mi sono scelto. Il ritorno economico, ad ora, è poco consistente, non lo valuto nemmeno. Un altro ritorno è dato dall’esperienza acquisita, nell’aver imparato qualcosa di nuovo o nel non aver commesso uno o più errori delle esperienze precedenti. Le mie “occupazioni personali” hanno lo stesso tipo di ritorno, annullando del tutto l’aspetto economico e introducendo la variabile della sfida superata e del mettersi alla prova.

  • Il mio ritorno personale in quello che faccio a lavoro lo avverto solo in alcune situazioni, quelle in cui percepisco i risultati di un lavoro inedito, un progetto in cui mi lancio e dove sperimento qualcosa di nuovo.

    Anche nella vita personale, ed è una situazione inedita che vivo da qualche settimana a questa parte, mi trovo arricchito quando esco dalla mia routine e mi lascio andare ad imprevisti e situazioni non programmate. In comune c’è la paura di uscire dai binari e la soddisfazione successiva di essere uscito dalla comfort zone rimanendo vivo.

2

Cosa ne ricavi di personale?

  • Significa che (forse) ho una forza positiva, non materiale, che mi sostiene.

  • Quando tutto questo mi è chiaro, quando scatta la scintilla, mi sento realizzato, come se avessi vissuto a pieno un’esperienza.

3

Cosa ne ricavi di personale?

  • Posso continuare all’infinito a espandere la mia visione, ad imparare, riconoscere ed adattarmi

  • Conta di più mettere alla prova me stesso con l’inesplorato piuttosto che mettermi in discussione continuamente su ciò che conosco.

4

Cosa ne ricavi di personale?

  • Perchè mi permettono di andare avanti, di superare difficoltà ed errori, mi rendono più forte e mi stimolano nella ricerca di nuove esperienze.

  • Sono importanti perchè ho capito che liberandomi della mia rigidità posso scoprire esperienze e stimoli nuovi. Prima mi concentravo nel trovare un metodo, la cosa più importante adesso è non avere una progettualità fissa.

5

Cosa ne ricavi di personale?

  • Un mondo sicuro, uno strato confortevole, una base su cui mi sento sicuro di costruire qualcosa.

  • Creano un’atmosfera leggera, dove tutto andrebbe vissuto nell’istante stesso, dove l’inesplorato viene accolto e anche cercato. Un mondo con pochi rimpianti e nuove cose da scoprire.

6

Che tipo di mondo creano queste cose per le persone che ti stanno attorno?

  • Non lo so, forse per chi mi sta affianco sembra di stare su un’altalena. Questo mio atteggiamento alle volte fa uscire una forte determinazione, in altre situazioni invece mi sento vulnerabile.

  • Forse un mondo più accogliente nei confronti di chi mi sta vicino, il mio essere metodico (e quindi impenetrabile) rischia di allontanare chi vuole far parte della mia vita. Creando piccole imprecisioni posso lasciare spazio alle esperienze con gli altri.

7

In una frase, come sarebbe un mondo così?

  • Più sensibile

  • Sarebbe un mondo più vivo e più vissuto.

8

Per quali ragioni questo mondo ti ispira?

  • Mi stimola perchè con lo studio e attraverso una maggiore attenzione verso gli altri, sento di poter dare accesso ad un lato meno banale e scontato della mia professionalità.

  • È un mondo che mi stimola perchè visto da una prospettiva diversa da come ho vissuto fino ad ora. Mi attira perchè per attivare delle esperienze nuove e stimolanti si può partire da piccole azioni che cambiano l’ordinarietà del lavoro e delle giornate.

9

Pensi possa ispirare anche gli altri? Perchè?

  • Si perchè innalzerebbe il livello della discussione, renderebbe le relazioni più profonde, ci spingerebbe ad imparare dagli altri.

  • Penso che possa stimolare anche gli altri perchè vedo molte persone intrappolate, impaurite dal lasciarsi andare e vivere le cose davvero importanti (che non sono cosi impegnative o ingombranti come si pensa).

10

Prova a descrivere in una sola frase come sarebbe un mondo così?

  • Un mondo in cui impariamo gli uni dagli altri.

  • Un mondo in cui non c’è niente di già scritto.

 

Come fanno a cambiare così tante cose

Nel 2021 lo studio era la colonna portante della mia “offerta” (così almeno credevo allora), tutte le risposte giravano intorno alla crescita personale (anche in maniera troppo autoreferenziale), nel 2022 l’obiettivo è diventato l’apertura verso gli altri, la voglia di abbandonare un metodo definito e lasciarmi coinvolgere da tutto ciò che è inedito, aperture in cui trovano spazio le relazioni e soprattutto il confronto con gli altri.
Nel 2021, la dimostrazione che il continuo apprendimento non rappresentasse realmente un valore aggiunto lo si legge nella risposta n°6 dove in contraddizione alla risposta precedente, ammetto che lo studio intenso può essere una scusa per liberarmi delle insicurezze evitando il contraddittorio e soprattutto la sfida con me stesso.

Non resistere al cambiamento

Oltre ad essere il mio nuovo scopo per quest’anno, sintetizza alla perfezione la ragione per cui vale la pena abbandonare le strade già percorse e scoprire nuove parti di sè.

 

Vuoi trasformare la ricerca del purpose in un workshop di gruppo all’interno della tua realtà lavorativa?

Basta una sessione di mezza giornata!

Tu occupati di trovare un ambiente comodo per mettere tutti attorno ad un tavolo, se riesci libera un muro in modo da poterlo usare come lavagna per i post-it e tenere traccia dello scambio di idee.
Se non hai una sala riunioni possiamo organizzarlo nei miei spazi di lavoro o completamente da remoto.

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